venerdì 22 giugno 2007

DAL DUTÀUR (n. 23)

Un umarèl al và dal dutàur parché l'avèva mèl a un dìd:
"Si spogli!"
"Cómm si spogli, ai ò mèl a un dìd!"
"Ho detto si spogli: chi è qui il dottore?". Bruntlànd al và int al spuiadùr e as chèva incósa. Int un cantàn ai é un ètr'umarén tótt nùd ch'l'aspèta e a gli dìs:
"Guèrda bàn che fàt lavurìr: a sàn v'gnó qué pr'un mèl al dìd e al m'à fàt spuièr!"
"E ló am al vén a dìr con mé? Ch'al pànsa che mé a sàn al pustén e a sàn v'gnó a purtèr un telegràm!"

AL PUSTÉN (n. 22)

Un pustén al và dàntr'à un rastèl, quàd un càn ai và incànter tótt catìv. Al le sèra in fùria e la padràn-na:
"Ch'al véggna pùr dànter, tànt a l'avàn castrè".
"Sgnàura, mé ai ò póra ch'am mósga, mégga ch'am càza int al cùl!"

Proverbio n. 43

Armistièr la frùta col pugnàtt.
Confondere cose eterogenee.

Proverbio n. 42

Arméttri l’èsen e i marón.
Subire il danno e la beffa.

Proverbio n. 41

A óc’ as chèga (A óc’ an’s và gnànch al césso).
Nulla si deve fare “ad occhio”.

I PAPI DI BOLOGNA

Quanti sono stati i Cardinali bolognesi che nei secoli sono saliti al Soglio di Pietro? Non moltissimi, se pensiamo che la piccola città di Anagni ha avuto almeno 4 Papi e che Bologna è stata per secoli (seppur recalcitrante!) la seconda città più importante, dopo Roma, dello Stato Pontificio. Quasi tutti sapranno di Prospero Lambertini, molti meno sanno di Ugo Boncompagni, pochi sanno di Gerardo Caccianemici, quasi nessuno sa di Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce e di Alessandro Ludovisi. Sono stati 5, anche se un testo in mio possesso parla di 8, ma non specifica il nome dei tre mancanti, i quali peraltro non risultano neppure nell'elenco dei 263 Papi che ha avuto la Chiesa da Pietro a Karol Woytila. A meno che non si tratti di tre Antipapi. A meno che non si tratti di bolognesi, ma di "emiliani", nel qual caso sono stati molti di più, se si pensa che la vicina Cesena ne ha avuti almeno due! Le ricerche continuano.

Gerardo Caccianemici fu il primo, il più sfortunato e fu Papa solo dal 1144 al 1145. Assunse il nome di Lucio II. Fu prima Legato in Germania e, una volta eletto, decise in un sinodo sull'indipendenza ecclesiastica della Bretagna, ma dovette a lungo combattere col Comune di Roma, geloso della propria autonomia, tanto che morì per le ferite di una sassata (pare) durante un attacco al Campidoglio (la sua Bologna non si è nemmeno degnata di dedicargli una strada!)

Andò meglio a Ugo Boncompagni, Papa dal 1572 al 1585 col nome di Gregorio XIII (statua bronzea sulla facciata del Palazzo Comunale ad opera del Menganti, salvata dalla stupidità dei francesi di Napoleone, solo perché fu spacciata per San Petronio!). Uomo di legge, prese i voti a 56 anni (dopo che aveva partecipato come legale al Concilio di Trento) quando aveva già un figlio. Quando la cosa si seppe, il Cardinale Borromeo, che aveva sostenuto la sua elezione, gli disse che, se lo avesse saputo, avrebbe dato parere contrario. Lui, da bolognese verace, gli rispose che lo Spirito Santo lo sapeva e non si era opposto! Fu un Papa onesto e giusto, buon amministratore, curò edizioni di diritto canonico, si occupò efficacemente di politica estera nella lotta contro i protestanti, si preoccupò delle finanze dello stato e, sopra tutto, riformò il calendario che si chiama appunto Calendario Gregoriano (recente strada nella periferia della città).

Il primo dei due più misconosciuti fu Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce, Papa per soli tre mesi dell'anno 1591 col nome di Innocenzo IX. Segretario del Cardinale Alessandro Farnese, ebbe cariche ecclesiastiche a Nicastro e Venezia e fu a sua volta Cardinale nel 1583. Partecipò al Concilio di Trento e alla Lega Santa contro i Turchi. Collaborò col suo predecessore Gregorio XIV e fu eletto grazie all'appoggio dei Cardinali favorevoli alla Spagna, per la sua politica antifrancese. (Nessuna strada di Bologna a lui intitolata!).

Il secondo fu Alessandro Ludovisi, Papa dal 1621 al 1623 col nome di Gregorio XV. Abile negoziatore, ma debole di salute, fu affiancato dal nipote Ludovico Ludovisi, il quale governò di fatto e mostrò un vero talento politico. Alunno dei gesuiti e protettore dei Cappuccini, il Cardinal Nipote era convinto che la salvezza del mondo dipendesse dalla diffusione del cattolicesimo. Creò perciò la Propaganda Fide (1622) già ideata da Gregorio XIII Boncompagni, e fece canonizzare Ignazio di Loyola e Francesco Saverio. Il "tandem" papale fece di tutto per sfruttare la piega favorevole presa dalla Guerra dei Trent'anni e profuse energie e denaro, senza scrupoli, per combattere luterani e calvinisti in Boemia, Moravia e Ungheria. Fece passare la dignità elettiva da Federico V del Palatinato al cattolico Massimiliano di Baviera e strinse buoni rapporti con l'Inghilterra. Appoggiò Padre Nobili (1621) il quale convertì al cristianesimo un buon numero di bramini indiani. Da ultimo accettò la mediazione tra Francia, Spagna e Absburgo per la questione della Valtellina. (Anche in questo caso Bologna non ha dedicato nessuna strada, eppure… erano in due!).

L'ultimo e forse il più amato fu Prospero Lambertini, Papa dal 1740 al 1758 col nome di Benedetto XIV, fu il più grande Pontefice del suo secolo. Eminente canonista e politico, era di larghe vedute: contrastò gli avversari, ma riformò l'Indice. Amante delle arti e delle lettere, favorì gli uomini più dotti del suo tempo. Brillante scrittore egli stesso, lasciò diverse opere. Ma fu il suo spirito a conquistare la gente, anche se gli sono stati ascritti aneddoti di dubbia verità. Il "Cardinale Lambertini" di Testonì (che fece la fortuna dell'Autore) ebbe grande successo teatrale. Memorabile e azzeccata l'interpretazione cinematografica del grande attore bolognese Gino Cervi. Cito solo un paio di brevi aneddoti che dovrebbero essere autentici: -ad un ricevimento, una prosperosa signora che portava un Cristo sul petto, gli chiese se gli piaceva: rispose che era bello il Crocefisso, ma ancora più bello era il Calvario! - all'ambasciatore francese, sorpreso a fare pipì in un giardino del Vaticano, disse: "Eccellenza vi prego di astenervi, poiché, se lo sapesse l'ambasciatore spagnolo, così geloso delle sue prerogative, verrebbe a farla in camera mia!" Anche questo era Prospero Lambertini. (Bologna gli ha dedicato una stradina del centro, proprio dove era nato).

NOTA: Secondo quanto scritto dal francese S.rs Rogissart-Havard nel 1709, Bologna avrebbe avuto, in meno di 25 anni, due papi, 8 cardinali e più di cento vescovi. Egli inoltre scrive che, oltre a quelli nati a Bologna, altri due papi “hanno riconosciuto Bologna per patria”. Essi sarebbero Onorio II (Lamberto Scannabecchi) che fu papa dal 1124 al 1130, ma che nacque a Fagnano, vicino ad Imola ed Alessandro V, il quale però fu antipapa, nato in Grecia ed effettivamente sepolto a Bologna (in San Francesco).
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Paolo Canè