lunedì 10 marzo 2008

NOVITA' EDITORIALE: BRISA PAR CRITICHER


AVVISO tutti gli amici interessati al dialetto bolognese e alla nostra cara, vecchia Bologna, che dato il successo ottenuto dalla prima edizione e dalla ristampa del libro: "V'gnì mó qué Bulgnìs" Tiziano Costa ed io abbiamo dato alle stampe un altro libro, anch’esso interamente scritto in dialetto, il cui titolo è:


"Brìsa par critichèr (…mó par stèr alìgher!")


Anche questo libro si compone di una prima parte, a cura di Tiziano Costa, nella quale il noto storico ci racconta in chiave semiseria alcuni fatti della Bologna d’oggi in relazione con analoghi fatti di ieri. La seconda è costituita da 265 nuove storielle da me raccolte e sempre dedicate a mio padre Giovanni.

Il libro costa 12 euro e si troverà, a partire dal 12-15 marzo in poi, soltanto nelle librerie.

-
A tutti coloro che lo leggeranno auguro buon divertimento e chiedo loro di farmi avere qualunque tipo di critica o di commento, ciò che mi sarà utile per sapere se dovrò procedere nellepubblicazioni… o se dovrò smettere!

-
Un saluto da Paolo Canè

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La smetta, la smetta, per carità! I suoi libri sono quasi peggio del suo blog!

Anonimo ha detto...

Buongiorno, ho letto il suo libro e sono scandalizzato dall'introduzione. Le cose che Lei afferma fanno rabbrividire. Le consiglio un bel bagno di modestia e di iscriversi al Corso di Bolognese che si tiene al teatro Alemanni. Ha urgente bisogno di rimettersi a studiare, se lo lasci dire!

Anonimo ha detto...

Mi dispiace dirglielo: ma lei si rende conto di procurare grossi danni al dialetto che dice di amare? Sarà certo in buona fede, ma non è sufficiente. I suoi scritti contengono una serie tanto enorme di corbellerie da disorientare chiunque non possieda solide nozioni scientifiche. Ecco, il punto sta proprio qui: lei inventa tutto, cita Menarini a sproposito, costruisce una grafia arbitraria. Sto preparando una tesi sui dialetti emiliani e le vorrei timidamente suggerire un concetto: lo studio di lingue e dialetti, al pari della Medicina o della Giurisprudenza, è una scienza che va rispettata e affrontata come tale. Inventando ed enunciando regole inesistenti come fa Lei, si fa la stessa figura dei maghi guaritori o di Vanna Marchi. La prego, si astenga e non usi così malamente il nome di Menarini. La salute del dialetto bolognese ne guadagnerà!

Anonimo ha detto...

Ma no, ma no: gli autori dei commenti hanno torto! È bene che questo glottologo della mutua continui a diffondere i suoi incubi linguistici, a sostenere che Cristo è morto per il freddo, come ad esempio «...nessuno ha mai stabilito come si debba scrivere il dialetto e quali siano le corrette grammatica, morfologia (ma lo saprà cos’è la morfologia?), sintassi e quant’altro...». Per uno che si atteggia a esperto del dialetto, è tanto grossa da non entrare nemmeno in San Petronio. Proprio per questo bisogna incitarlo a scrivere: è la migliore dimostrazione di un infimo livello difficile da raggiungere. Complimenti per il paragone «la stessa figura di Vanna Marchi».