martedì 29 aprile 2008

RISPOSTA AD ALCUNI COMMENTI RICEVUTI

All'articolo "Novità editoriale: Brìsa par critichèr" (nella sezione Libri) ho ricevuto tre gentili commenti da alcuni "anonimi" ai quali vorrei rispondere:
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Anonimo ha detto...
La smetta, la smetta, per carità! I suoi libri sono quasi peggio del suo blog!
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Beh, se i miei scritti le fanno così schifo, perché non smette Lei di leggerli?

Anonimo ha detto...
Buongiorno, ho letto il suo libro e sono scandalizzato dall'introduzione. Le cose che Lei afferma fanno rabbrividire. Le consiglio un bel bagno di modestia e di iscriversi al Corso di Bolognese che si tiene al teatro Alemanni. Ha urgente bisogno di rimettersi a studiare, se lo lasci dire!
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La ringrazio per aver comprato il mio libro e mi spiace di non aver comprato il suo. Se rabbrividisce le consiglio di leggerlo in estate, così sta più fresco. I bagni non li faccio certo agli alemanni e, quanto agli studi, io non ho mai smesso di studiare. Non so lei.

Anonimo ha detto...
Mi dispiace dirglielo: ma lei si rende conto di procurare grossi danni al dialetto che dice di amare? Sarà certo in buona fede, ma non è sufficiente. I suoi scritti contengono una serie tanto enorme di corbellerie da disorientare chiunque non possieda solide nozioni scientifiche. Ecco, il punto sta proprio qui: lei inventa tutto, cita Menarini a sproposito, costruisce una grafia arbitraria. Sto preparando una tesi sui dialetti emiliani e le vorrei timidamente suggerire un concetto: lo studio di lingue e dialetti, al pari della Medicina o della Giurisprudenza, è una scienza che va rispettata e affrontata come tale. Inventando ed enunciando regole inesistenti come fa Lei, si fa la stessa figura dei maghi guaritori o di Vanna Marchi. La prego, si astenga e non usi così malamente il nome di Menarini. La salute del dialetto bolognese ne guadagnerà!
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Sono spiacente per i danni, ma non sono il solo a procurarli! Mi piacerebbe discuterne a voce con Lei per vedere chi dice corbellerie, sempre che Lei sappia parlare dialetto, e se la mia grafia è diversa dalla sua. Non ha pensato che potrebbe sbagliare Lei? Tuttavia sono lusingato che un "intellettuale" che scrive tesi sui dialetti, si abbassi a chiosare il lavoro di questo povero dilettante. I miei scritti non sono diretti a quelli come Lei, ma a gente semplice come me la quale ne è soddisfatta a quanto mi dicono.

Citerò forse malamente Menarini, ma sono sicuro che la mia grafia somiglia alla sua più delle altre.

Quanto all'ondata di schifo provocata in voi tre anonimi, sono contento: vuol dire che ho colto nel segno. Io continuerò a scrivere perché mi piace e perché ho molti lettori che mi approvano e mi capiscono. E voi non state a scrivermi: avrete certo cose molto più importanti e profonde di cui occuparvi!

Paolo Canè