martedì 27 gennaio 2009

RIME IN PILLOLE (pagina 57)

Il 2 ottobre 1892 irrompe il sanguigno romagnolo Lorenzo Stecchetti(Olindo Guerini) con i suoi toni scanzonati e buffi, fatti dire alla sua Argia Sbolenfi, figlia del “Sgner Pirein” di . Fiacchi e suo altro pseudonimo:

Si descrive un vago desìo

Condannata da l’empio destino
a l’iniquo mestier de la cuoca,
io compongo, vicino alla fuoca,
i miei deboli versi d’amor.

E l’imago d’un giovin divino
m’aparisce a gli sguardi incantati;
sento l’orma de i passi adorati
echeggiarmi nel vergine cor!

Quant’è bello il diletto garzone
cui le grazie fan lauto corteo!
Rassomiglia a Giulietta e Romeo
che la penna del Tasso cantò!

È robusto sì come Sansone,
è più forte di Tirsi ed Orlando,
e, se snuda il durissimo brando,
qual mai donna resister ci può?

Vieni meco, mio energico amico
ch’io ti stringa in un florido amplesso!
Tu sei bello, sei forte, sei desso,
il marito che innanzi mi sta!

Ma chi rompe l’imene pudico,
ma chi turba il mio sogno fremente?
È mio padre* che grida furente:
“La brasàdla la pózza ed strinè!”

* che sarebbe poi il “Sgner Pirein!”

Il 14 giungo 1899, Stecchetti fu condannato a 250 lire di multa. “Le nostre idee, in politica, sono semplici e chiare. Noi non appoggiamo né destri, né sinistri. I destri, se saranno veramente tali, lo dimostreranno e, d’altra parte, non avranno nessun bisogno di noi; in quanto ai sinistri, lasciamoli alle società ferroviarie. Noi dunque, se lo volete sapere, ci appoggiamo al centro…”
-
Paolo Canè

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